Asserragliato in casa per 3 giorni, ingegnere si arrende ai Carabinieri dopo 50 ore di negoziati

Cordovado (PN), 1 settembre 2023 – Dopo oltre 50 ore di incessanti trattative, Luca Orlandi, 55enne ingegnere di Cordovado (PN), si è arreso ai Carabinieri.

L’uomo, che si era asserragliato all’interno della propria abitazione da sabato 28 agosto, ha consegnato spontaneamente le armi di cui era in possesso al team di negoziatori dei Carabinieri, composto da militari specializzati dei Comandi Provinciali di Pordenone, Udine, Gorizia e del Nucleo Negoziatori del Gruppo d’Intervento Speciale di Livorno.

La situazione d’emergenza ha letteralmente bloccato per tre giorni il piccolo paese della bassa pordenonese.

L’uomo, infatti, aveva omesso di osservare le procedure di un procedimento amministrativo riguardante le armi in suo possesso.

A metà luglio, infatti, all’uomo dovevano essere notificati degli atti amministrativi inerenti al possesso di due fucili semiautomatici, di una pistola semiautomatica e dei relativi munizionamenti (circa 600 colpi di vario calibro).

Quelle armi gli dovevano essere sequestrate in forma cautelativa, in ossequio a una disposizione prefettizia, dai militari della Stazione Carabinieri di Cordovado giacché il permesso di detenere legalmente le armi era scaduto.

La procedura avrebbe potuto avere un rapido esito se l’uomo si fosse sottoposto alla prescritta visita medica comprovante l’idoneità psico-fisica prevista per legge.
Tuttavia, Orlandi si era volontariamente rinchiuso in casa in una sorta di ritiro morale e spirituale.

Uscire di casa per sottoporsi ai prescritti accertamenti psicofisici avrebbe comportato l’interruzione del suo ritiro, in realtà iniziato da diverso tempo, cosa ritenuta incompatibile con la sua scelta morale.

La situazione è degenerata quando l’uomo si è rifiutato di aprire la porta di casa ai Carabinieri anche solo per essere informato della notifica dell’atto, rifiutando – di conseguenza – di consegnare le armi.

Da qui, l’assoluta necessità di intervenire, attesi soprattutto i diversi video che lo stesso aveva postato sul suo canale YouTube, intrisi di gravi minacce a varie autorità locali, nonché di espliciti intenti autolesionistici che potevano mettere a serio repentaglio gli abitanti dell’isolato ove lo stesso vive.

Per tale motivo sono stati allontanati dalle rispettive abitazioni sette nuclei familiari per un totale di dodici persone.

Solo grazie alla estrema professionalità dei negoziatori al termine di incessanti trattative, il soggetto ha deciso di interrompere il suo isolamento consegnandosi agli operatori e dando loro le armi di cui era in possesso.

Il dispositivo attuato nella circostanza ha richiesto, oltre all’impiego di un consistente numero di militari dell’Arma territoriale e di vari reparti speciali, tra i quali i G.I.S., le A.P.I. di Udine (Aliquote di Pronto Intervento) e le S.O.S. di Gorizia (Squadre Operative Speciali), il coinvolgimento a vario titolo dei Vigili del Fuoco, della Polizia Locale, dei sanitari del 118, della Protezione Civile e dell’Amministrazione Comunale.

L’uomo, denunciato a piede libero per “procurato allarme” e “resistenza a pubblico ufficiale”, sarà sottoposto, presso l’Ospedale di Pordenone, ad accertamenti medici tesi a verificare il suo equilibrio psico-fisico.

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