21 Novembre 2024 23:55
Grande Oriente d’Italia. la ristampa del “biennio nero”. le accuse di Cordova e i misteri d’Italia
Grande Oriente d’Italia, tante le accuse di tutti i generi:
perquisizioni all’alba, le notti insonni per le preoccupazioni, i danni morali e materiali.
Nel 2000, nel 2019 e nel 2021 tre provvedimenti della magistratura italiana danno ragione al Grande Oriente d’Italia
Fonte: La ristampa, Edizioni Perugia Libri, www.perugialibri.it
E la ricostruzione per l’ennesima volta, di fatti, opinioni e verità sulla attività del Grande Oriente forte di 18 mila affiliati in tutta Italia.
Stefano Bisi, il Gran Maestro: “Le ferite restano. Proviamo a dar loro la forma del sorriso, perché la verità non va in prescrizione”.
Sono tante le personalità citate nel testo e che hanno dato ed espresso opinioni contrastanti e diverse, Montanelli:
“Di concreto, nella maxi-indagine sulla massoneria di cui da giorni sono pieni i notiziari, non si sa ancora nulla.
Ma già viene strombazzata la tesi della grande congiura cui attribuire in un colpo solo tutti i mali d’Italia”.
Per “Il Giornale”, che replica all’Unità, “l’obiettivo, comune con altre vicende simili della recente storia italiana” è:
“di criminalizzare un’organizzazione da sempre nel mirino di cattolici, comunisti e fascisti”.
Da sinistra invece commenti in senso opposto:
“L’Unità”, diretta da Walter Veltroni, del 3 novembre scrive:
“Affiora uno spaccato torbido e inquietante. Non solo logge segrete ma affari miliardari, rapporti con ‘Ndrangheta, camorra e Cosa nostra, collegamenti con frange di destra.
Le logge segrete sarebbero dirette da uomini di paglia, papocchi talvolta inconsapevoli del fatto che i fratelli muratori in realtà utilizzano il sodalizio per fare affari poco trasparenti.
Logge zeppe di politici, professionisti, giornalisti, militari e giudici…Insomma sembra stia per saltare il coperchio sotto il quale si nasconde l’Italia incappucciata che gestisce il potere reale”
Mario Cervi che sul “Giornale”:
“grazie a spifferi dei quali è facile supporre ma difficile provare l’origine ogni elenco diventa presto di dominio pubblico;
e la ricerca di informazioni riguardante alcune persone si trasforma in una sorta di imputazione non definita giuridicamente, anzi inesistente
ma di fatto addossata a tutti coloro che nell’elenco rientrino”. E così è andata.
Ancora oggi in rete si trovano gli elenchi sequestrati nel ’92 e quelle liste sono diventate liste di proscrizione.
“la Repubblica”, Pantaleone Sergi:
Il Sostituto Procuratore di Palmi Francesco Neri ha “il dubbio che ci siano elenchi segreti, coperti, e che in essi si annidino, protetti dai fratelli muratori, mafiosi e loro amici”.
Il titolo dell’articolo è eloquente: “Cosche e massoneria/Scatta l’inchiesta”
il Grande Oriente d’Italia ribatte smentendo le accuse:
“in riferimento a presunte autorizzazioni rilasciate a logge calabresi e siciliane di tenere elenchi coperti, la giunta smentisce categoricamente tale affermazione, in quanto destituita da fondamento.
Al riguardo dichiara che alla propria obbedienza non esistono fratelli i cui nominativi siano coperti o riservati”.
Decine di avvisi di garanzia con l’inchiesta di Cordova:
Gli inquirenti pensano di aver trovato gli elenchi segreti:
Eraldo Ghinoi, ligure, Gran Maestro aggiunto:
venne preso un elenco degli aderenti al Rito di York, un corpo ritual riconosciuto dal Grande Oriente d’Italia e al quale possono aderire i fratelli maestri.
Lo stesso Ghinoi commentò così la vicenda: “Gli inquirenti sono convinti di aver scoperto nei Riti le logge coperte.
Quindi verificheranno che gli stessi nominativi appaiono sia negli elenchi sequestrati al Vascello che in quelli sequestrati presso i responsabili dei corpi rituali“.
La caccia alle streghe continua, irrefrenabile.
Paolo Pollichieni ( “Il Tempo”) scrive:
“La nuova P2 avrebbe anche un nome, Arco Reale di Gerusalemme, che poi è quella di una loggia nazionale in queste ore al centro del le indagini dei magistrati calabresi”
Le dichiarazioni dei massoni non tardano ad arrivare:
Prima di passare all’Oriente Eterno l’altro Gran Maestro aggiunto di quel periodo, l’in gegnere cosentino Ettore Loizzo, nel libro-intervi sta scritto da Francesco Kostner:
“In un Paese normale dovrei avere, come gli altri fratelli coinvolti nell’inchiesta, anche le scuse di Cordova, ma dubito che questo avverrà.
Eppure non è facile dimenticare certi momenti. Le perquisizioni, gli interrogatori.
La mortificazione di sentirsi paragonato a delinquenti della peggiore fatta, che tramano per perseguire obiettivi illeciti. Anche gli sguardi della gente, impossibile dimenticare”.
“La Repubblica”, diretta da Eugenio Scalfari, figlio e nipote di massoni noti e stimati nella nativa terra di Calabria:
“Come un ciclone l’inchiesta della procura di Palmi sulla massoneria si sposta da un capo all’altro della penisola” scrive un agguerrito Pantaleone Sergi
il sospetto sempre quello:
logge occulte, intercomunicanti con le logge mafiose, inquinate dalla presenza di personaggi con doppia affiliazione”.
E poi magistrati contro magistrati
L’inchiesta Cordova punta il dito contro i magistrati massoni. Scoppia il caso di Angelo Massi Maestri.
Nel 1995, il Csm censurò il comportamento di Maestri, evidenziando l’esistenza di un conflitto fra l’affiliazione alla massoneria e l’appartenenza alla magistratura
Come finì? Con un ricorso, con esito confortante per i ” fratelli”:
Per la Corte europea, la giustizia italiana aveva limitato la libertà di associazione dei magistrati. Nel febbraio del 2004 arriva la condanna dello Stato.
10 mila euro per danni morali e 14 mila euro quale rimborso delle spese sostenute.
Scontri ad alto livello istituzionale
Tina Anselmi, ex presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2, che se ne era occupata già nel ’90:
“Chi opera nelle istituzioni giura fedeltà alle istituzioni, chi entra nella massoneria giura fedeltà e obbedienza.
Se ne discusse nel Csm, ma ci fu l’intervento di Cossiga che rese impossibile il chiarimento”.
Non si fa attendere la reazione dell’ex Presidente della Repubblica che definisce “stupide falsità” le rivelazioni dell’Anselmi di cui dice di “ben conoscere le sue tendenze clericali.
La posizione di un altro magistrato, il siciliano Giuseppe Ayala:
“Durante le indagini svolte in passato non abbiamo mai scoperto grandi collegamenti tra logge massoniche e Cosa nostra, tranne che nella vicenda Sindona in cui era implicato il cognato di Stefano Bontade.
Altri interventi piu’ cauti e moderati:
il Ministro dell’Interno Nicola Mancino che invita a distinguere “tra ciò che è riservato e ciò che invece è occulto” e osserva che “un conto è la massoneria, altro le sue deviazioni.
Cordova insiste:
Non possiamo esaminare il materiale sequestrato. Ci sono voluti 22 armadi per contenere la documentazione, valutata in circa 10 metri cubi.
Il suo esame è preliminare ad ogni altra attività, e occorrono personale, mezzi e locali confacenti.
La fine dell’inchiesta
Nell’aprile 2017 su autorizzazione del pubblico ministero Lina Cusano e Nello Rossi, aveva avanzato a suo tempo la richiesta di archiviazione dell’inchiesta, accolta dal gip Iannini.
Il Gip Iannini:
“Da questi racconti – prosegue – a contenuto generalissimo, ma conformi all’immaginario collettivo sul tema gruppi di potere, il pm di Palmi ha tratto lo spunto per acquisire una massa enorme di dati (prevalentemente elenchi di massoni) che poi è stata informatizzata e che costituisce una vera e propria banca dati sulla cui utilizzazione è fondato avanzare dubbi di legittimità.
Il castello di sabbia crolla, ma chi risarcirà i massoni? Si sa come è gestita la giustizia, il caso Palamara ha svelato una parte non da poco.
Chi volesse approfondire:
IL BIENNIO NERO 1992-93 nasconde l’Italia incappucciata che gestisce il potere reale”