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Politica

Mobilitazioni antifasciste in un Paese messo male.

redazioneBy redazione12 Ottobre 20214 Mins Read
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iù che 1922 (marcia su Roma e storicamente inizio del fascismo) ci sembra di essere agli albori del 1970, quando per un decennio attenzione della politica fu quasi esclusivamente la lotta antifascista e quella antiterrorismo interno
iù che 1922 (marcia su Roma e storicamente inizio del fascismo) ci sembra di essere agli albori del 1970, quando per un decennio attenzione della politica fu quasi esclusivamente la lotta antifascista e quella antiterrorismo interno

Mobilitazioni antifasciste in un Paese messo male. Ne giovano: neo-fascisti e istituzioni inadempienti

Ma veramente oggi il centro della politica è lo scontro coi neo-fascisti? E la reazione allo status quo (in cui ci sono ANCHE i neo-fascisti che coi no-vax assaltano la Cgil e i pronto soccorso) è la mobilitazione contro i neo-fascisti?

Nella crisi economica in cui stiamo entrando (e i prezzi schizzati in alto dell’energia sono probabilmente solo la punta di un iceberg) l’unica mobilitazione che si riesce ad avere è quella contro i neo-fascisti di Forza Nuova e dintorni?

E l’unico guizzo culturale è quello di chi ricorda (come è accaduto in passato) di non dover mai sottovalutare questi rigurgiti di fascismo?


Non ci sono altri temi di attualità che infiammino animi e portafogli?
Siamo sicuri che la problematicità della situazione generale debba portare a scendere in piazza contro il neo-fascismo, di per sé oggi parola vuota di contenuto e assimilabile solo a fatti storici (passato) e da codice penale (presente)?
Politiche sul lavoro.

Qualcuno ha politiche che non siano di galleggiamento o di difesa corporativa/sindacale di principi presunti intoccabili come, per esempio, “no allo sblocco dei licenziamenti”, senza considerare che in questo modo il mercato del lavoro e della produzione è immobile?

Nulla, anche da parte di un sindacato intrecciato, per il consenso, sugli occhiolini che fa ai no-GreenPass e ora con la mobilitazione antifascista.


Conversione ecologica. Qualcuno ci capisce qualcosa? Bla bla, bla e giustamente i giovani intorno a Greta Thunberg prendono in giro tutti perché non una virgola di quanto votato, deciso, promesso, auspicato è stato mantenuto.


Scuola. A parte Matteo Renzi che ci ricorda un giorno sì e l’altro pure, che i banchi a rotelle sono stati un magna-magna e che andranno buttati via…

a parte le classi che non verranno mandate a casa se solo uno ha il covid, c’è qualche proposta, discussione o manifestazione per strada (magari anche rigidamente antifascista) che prenda in considerazione ciò che accade e ciò che non accade nelle nostre scuole, per programmi, fatiscenza degli edifici.


Sanità. Vaccino, vaccino e vaccino.
Giusto ed è bene insistere. Ma oltre o indietro? Per esempio, non si riesce ad abortire perché interi ospedali (quando non intere regioni) hanno tutti medici obiettori di coscienza e così non si rispetta la legge che invece sancisce il diritto dal 1978. E liste d’attesa cresciute in maniera paurosa e dilatate nel tempo, causa covid, che non vengono smaltite?

Ai pensionati non ci pensiamo?


Politiche previdenziali. Gli invalidi hanno pensioni con cui pagavano tre bollette su quattro ed ora ne pagheranno due e mezzo.

Per andare in piazza di motivi ce ne sarebbero, ma ci vanno due fascisti e sicuramente si coglierà occasione per nuove leggi, così poi ci chiude la bocca a tutti con leggi più liberticide di quelle che già ci sono.


Più che 1922 (marcia su Roma e storicamente inizio del fascismo) ci sembra di essere agli albori del 1970, quando per un decennio attenzione della politica fu quasi esclusivamente la lotta antifascista e quella antiterrorismo interno *.

Quindi il problema non è la lotta tra fazioni, ma la risposta istituzionale. Che se è quella di leggi più restrittive della libertà, non solo fa il gioco dei criminali (che agognano di diventare vittime e martiri… per loro basterebbe e avanzerebbe l’attuale codice penale), ma non coglie il segno del problema: maggiore certezza economica dell’oggi e del domani.

Risposta istituzionale che va di pari passo con cittadini che fanno raduni oceanici contro il neo-fascismo ma sono poco presenti sui problemi di vita quotidiana che li attanagliano.

Un Paese con pochi problemi economici si può permettere di fare anche i raduni antifascisti, ma un Paese in difficoltà che fa raduni antifascisti, questi ultimi diventano una sorta di alibi per stringersi con istituzioni (antifasciste) inadempienti.

* contro cui si utilizzarono gli stessi metodi che ora si chiede di rendere più duri. Metodi che, visto cosa succede oggi coi neo-fascisti e i loro fiancheggiatori, non sembra abbiano dato grandi risultati culturali ed istituzionali.

Come dimenticare le aperture opportunistiche della destra non-fascista ai neo-fascisti (Roberto Fiore, oggi fermato per i fatti di Roma, è stato nel 2008 eurodeputato del partito/alleanza berlusconiana Popolo della Libertà).

Fonte ADUC

marcia su roma neofascisti
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