17 Novembre 2024 02:21
Ripartire da confronto e dialogo . E’ interessante notare come sin da quando l’uomo si è organizzato in forme di aggregazione più o meno grandi ed articolate, il come gestire sia stata la domanda principale.
Prima che si delineasse la figura dell’uomo politico, dello statista, è stata la filosofia ad occuparsi e discutere
di ciò che è giusto e di ciò che non lo è, di ciò che può essere un bene o un male per il singolo e per la collettività in cui vive.
La filosofia non è da considerarsi, come un certo immaginario collettivo vuole, semplice retorica, astrazione fine a se stessa.
Essa è metodo con cui approcciarsi a qualsiasi problematica, è il chiedersi “perché” “come”, è la ricerca del confronto tra idee, è continuo movimento.
Nell’ arco della storia dell’uomo la filosofia e la politica si sono incontrate, scontrate, fuse.
Da Aristotele, Platone, passando per Machiavelli, fino ad arrivare ad Hobbes, Locke, Montesquieu, lo studio e la teorizzazione di ogni forma di governo possibile ha avuto come termine ultimo l’uomo.
Certo non sempre la democrazia, soprattutto nella storia moderna, a noi più vicina, è stata al centro della politica:
l’esperienza infatti di totalitarismi e autoritarismi hanno condizionato, in modo assai pesante la nostra storia di uomini.
L’elemento che è costante nel tempo, è questo continuo movimento di idee, di ideali che indica il percorso attraverso cui l’uomo articola la sua ricerca di “felicità”.
E sia come individuo, sia come individuo parte di una collettività.
E’ da questo movimento che oggi bisogna ripartire, attraverso rinnovati confronti, costruendo una politica non urlata, non esasperata, ma protagonista di un dialogo tra tutte le parti.