Trippa: una frattaglia che si ricava da varie parti dello stomaco del vitello (o manzo).

È un alimento molto saporito, che ha trovato nel corso dei secoli sempre moltissimi estimatori.

Le origini della trippa risalgono ai tempi degli antichi greci e romani: i primi la degustavano alla brace, mentre i secondi la utilizzavano per preparare le salsicce.

In Italia è considerato un piatto tipico della cucina povera.
Era infatti un alimento economico e nutriente, che poteva essere consumato anche dalle persone meno abbienti.

Oggi, la trippa è ancora un piatto molto apprezzato, ma non è più considerato un cibo di scarso valore. Al contrario, è spesso considerato una vera e propria prelibatezza.

Esistono molte ricette di trippa, che variano a seconda della regione italiana. Tra le più famose, si possono citare:

La trippa alla romana, che si prepara con un sugo di pomodoro, carote, cipolle e sedano.

Oppure alla fiorentina, che si prepara con un sugo di pomodoro, carote, cipolle, sedano e uva passa.

E anche  alla veneziana, che si prepara con un sugo di pomodoro, carote, cipolle, sedano e fagioli.

Per cucinare la trippa, è importante pulirla accuratamente. Si può utilizzare un coltello affilato per rimuovere eventuali residui di grasso o di muco.

Va poi lessata in acqua bollente per circa un’ora.

Una volta lessata, va tagliata a strisce e ripassata in padella con il sugo.

La cottura deve essere prolungata per circa 30-40 minuti, fino a quando la trippa sarà tenera e il sugo sarà ristretto.

La trippa può essere servita calda, come piatto unico o come contorno. Si può accompagnare con pane, crostini o riso.

la foto è stata scattata oggi, al Giglio Azzurro ristorante pizzeria a Premia

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