27 Dicembre 2024 02:52
Tunisia, Nabil Ammar, ministro degli Esteri ha le idee chiare sul percorso del suo Paese.
Tunisia, Nabil Ammar, in un’intervista a Leaders Magazine:
“L’unica politica intelligente oggi per tutti i partner della Tunisia è sostenerla nella sua ripresa economica
rispettando la volontà del suo popolo perché una Tunisia stabile e prospera è nell’interesse di tutti i partner
del nostro Paese”.
Una presa di posizione chiara che dimostra quanto sia fermo il Governo che cerca di contrastare la crisi che non e’ solo tunisina.
In un certo senso la crisi italiana e quella tunisina, sono simili: entrambi i Paesi si trovano sulle spalle la spinta migratoria dell‘Africa sub sahariana che soffre.
Il ministro parla di dialogo ma non di subalternità rispetto alla linea che vorrebbe “imporre” l’America di Biden.
Nabil Ammar aggiunge di “stare facendo di tutto per sviluppare ulteriormente le nostre relazioni nel rispetto reciproco e sistematico.
Poiché gli americani rispettano i loro simboli, le loro istituzioni e gli altri, noi facciamo lo stesso e ci aspettiamo lo stesso rispetto da loro.
Si tratta di rispettare la volontà popolare chiaramente espressa dai tunisini. Collaboriamo, scambiamo e cerchiamo di trovare interessi comuni con tutti i nostri partner.
Ma, per avere senso, questo dialogo deve essere equilibrato, tra pari.
Nella sostanza si tratta di una risposta chiara all’ FMI che con la scusa delle riforme, vorrebbe dettare l’agenda al Governo tunisino.
Le parole del Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sono più prudenti e pacate:
“Stiamo lavorando affinché il Fondo Monetario Internazionale e l’Unione Europea finanzino come previsto la Tunisia
Se giustamente si chiedono le riforme si può trovare la formula del finanziamento per tranche, si può partire da 300 milioni”.
L’ambasciatore francese a Tunisi André Parant, ha preso parte alla discussione, visti i suoi rapporti importanti con la Tunisia:
“siamo convinti che non esista un piano B”.
Il riferimento e’ all’impegno del Fondo monetario internazionale che ha promesso fondi di cui la Tunisia ha tenuto conto mettendoli in bilancio.
Soldi messi in discussione dal FMI a causa delle “le misure urgenti contro l’immigrazione” del presidente della Tunisia, che si e’ trovato sotto assedio.
L’aumento della crisi africana ha spinto tanti in Tunisia da cui potrebbero partire per l’EUROPA, utilizzando l’Italia vicinissima alle cose tunisine.
la Francia potrebbe inviare alla Tunisia 250 milioni di euro e l’Italia sta valutando un finanziamento da 110 milioni di euro alle piccole e medie imprese tunisine.
Il tempo e la celerità delle decisioni con aiuti concreti e’ fondamentale: la bella stagione potrebbe essere un incentivo a scegliere la Tunisia e poi l’Italia come Paesi di transito.
Le forze di sicurezza tunisine da sole non possono farcela, e’ evidente a tutti, ma nelle difficoltà non e’ certo il caso di dettare condizioni …
Il ministro ha pure aggiunto:
la Tunisia sta impiegando tutte le risorse e i mezzi a sua disposizione.
Ma questi non sono illimitati, tanto più che stiamo attraversando un periodo di difficoltà per l’economia e le finanze pubbliche. Di più non possiamo fare”.
La partita e’ umanitaria, ma anche politica ed economica e se non ci sono accordi importanti e a lungo termine, la situazione potrebbe degenerare per la TUNISIA come per l’ITALIA.
L’Europa non può continuare con semplici annunci:
Foti: “Il Fmi finanzi la Tunisia e l’Ue sostenga il piano Mattei del governo per l’Africa”.
La Tunisia ha molto da offrire sul piano culturale e turistico
Chi c’e’ stato ci vuole ritornare per l’affabilità, la cortesia e l’accoglienza ricevuta.