24 Novembre 2024 01:39
La “tassa sui rifiuti”, conosciuta anche come TARI (Tassa sui rifiuti e sui servizi indivisibili), cos’è?
E’ un’imposta locale italiana che viene applicata sui rifiuti domestici prodotti dalle famiglie e dalle attività commerciali e industriali.
La TARI è basata sulla quantità di rifiuti prodotti e sulla tipologia di attività svolta
E viene calcolata dai Comuni sulla base di alcune tariffe fissate annualmente.
Il pagamento della TARI viene solitamente effettuato con una bolletta che viene inviata direttamente ai cittadini o alle attività commerciali interessate.
Il ricavato derivante dalla TARI viene utilizzato dai Comuni per finanziare i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, nonché per la pulizia delle strade e dei marciapiedi e altri servizi correlati.
È importante sottolineare che i criteri di calcolo della TARI possono variare da Comune a Comune
E’ consigliabile contattare il proprio Comune di residenza o attività per avere informazioni specifiche sulla TARI e sulle modalità di pagamento.
Dove trovare decreti e regolamenti inerenti?
Sul sito delle Finanze: In questa sezione sono pubblicati i regolamenti e le delibere di determinazione delle
tariffe concernenti la TARI, che i comuni trasmettono al Dipartimento delle finanze mediante il Portale del federalismo fiscale.
Come trovare il singolo comune
C’è un motore di ricerca (comprendente anche gli atti relativi all’IMU, per singolo comune o area geografica
E anche e
che si aggiornano quotidianamente in automatico:
riportano, per singola annualità, gli estremi degli atti adottati da tutti i comuni in materia di IMU, TARI e TASI.
Chi deve pagare la TARI, chi possiede:
- locali, da intendersi tutte quelle strutture fissate al terreno e chiuse almeno su tre lati;
- aree scoperte, ovvero aree su cui non sono presenti edifici o strutture edilizie, spazi circoscritti che non rappresentano parte integrante del locale, destinati a qualunque utilizzo, che forniscono rifiuti urbani e assimilati.
Chi è escluso dalla tassazione
Sono invece escluse dal pagamento della TARI le aree oggettivamente inutilizzabili e che, quindi, sono escluse dal servizio pubblico di nettezza urbana.
DATI CODACONS
- Per quanto riguarda la Lombardia, la spesa media pro-capite di tutti i Comuni è di poco più di 104 euro, sotto i 151,95 euro della media nazionale. Tra le province lombarde, la cifra pro-capite più alta si raggiunge a Sondrio con 145 euro a fronte del 56,63% di differenziata. Segue Brescia, con 130 euro pro-capite e un 76% di differenziata, e Pavia con 127 euro e 49,54% di rifiuti differenziati, la percentuale più bassa tra le province lombarde. A Como il costo è di 123 euro pro-capite. Sui costi, si diceva, incide la modalità di raccolta. D’altro canto, pesa anche il ruolo dei comuni a vocazione turistica, dove per diversi mesi all’anno il numero di presenti aumenta esponenzialmente rispetto a quello dei residenti.
Tra i comuni capoluogo lombardi, ad esempio, la città con la più alta percentuale di differenziata, Mantova (83,28%), è anche quella con la spesa pro-capite inferiore (39,05 euro). Dall’altro lato, Sondrio con il 55,04% di differenziata arriva a 193,29 euro pro-capite, poco sotto i 212 di Milano che, come città metropolitana, ha però ulteriori elementi di difficoltà che fanno lievitare i costi.