12 Settembre 2024 10:22
Milano, intervento del NOE, con rivolti in diverse regioni del Nord
Chi ha lavorato all’operazione
-I Carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica di Milano, con il supporto dei Comandi Provinciali Carabinieri competenti per territorio
-e dell’Aliquota Carabinieri della Sezione di P.G. della Procura di Torino
Milano. Le misure prese:
Esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. di Torino.
Misure nei confronti di 3 persone ritenute in ipotesi di accusa responsabili di attività organizzate per il
traffico illecito di rifiuti speciali non pericolosi, costituiti da terre e rocce da scavo, fanghi da depurazione
e scorie di fonderia (artt. 452 quaterdecies c.p.).
Dove nasce l’inchiesta
Il provvedimento scaturisce da una complessa e articolata attività investigativa, convenzionalmente denominata “Oro Nero”
Operazione condotta dai Carabinieri dei Nuclei Operativi Ecologici di Torino ed Alessandria e coordinata dalla Procura della Repubblica – D.D.A. di Torino
Notevole l’ attività tecnica (intercettazioni telefoniche e video riprese a distanza), nonché i servizi di osservazione, controllo e pedinamento.
Modalità che ha consentito di raccogliere, nel pieno rispetto della presunzione di innocenza che va
assicurata agli indagati, gravi indizi relativi all’esistenza di un accordo criminale il cui promotore, il titolare di
un’impresa di gestione rifiuti con sede legale in provincia di Asti, secondo quanto ricostruito dagli investigatori:
avrebbe fatto predisporre dal consulente ambientale della stessa società, suo complice, relazioni tecniche
“concordate”, finalizzate all’ottenimento di autorizzazioni amministrative illegittime (come certificato anche
da una pronuncia del TAR Piemonte nel 2021) funzionali alla gestione dei rifiuti in maniera illecita;
si sarebbe procurato, attraverso il titolare di una società di intermediazione, concorrente del traffico, ingenti quantitativi di rifiuti speciali (quantificati in circa 600.000 tonnellate tra il 2014 e il 2021)
E, dopo avere, secondo gli elementi di accusa raccolti documentato falsamente di averli sottoposti ad operazioni di recupero per far perdere la qualifica di rifiuto (c.d. “End of Waste”.),
senza effettuare alcuna operazione o limitandosi a grossolane miscelazioni, li avrebbe rivenduti
come materiale da utilizzare per la copertura di discariche in Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Toscana ed Emilia Romagna;
avrebbe consentito alle diverse discariche destinatarie del prodotto di copertura di beneficiare dell’omesso
versamento nelle casse comunali degli oneri ambientali (c.d. ecotassa) previsti in caso di ricezione di rifiuti.
I militari del NOE, come disposto dal Tribunale di Torino – Ufficio per le indagini preliminari (G.I.P.)
su richiesta della Procura della Repubblica – D.D.A. di Torino, che ha concordato con il quadro gravemente indiziario ricostruito dai carabinieri del N.O.E.
hanno sottoposto a sequestro preventivo ai fini della confisca i conti correnti e i beni di proprietà, fino al raggiungimento per equivalente della somma ritenuta profitto del reato (pari a circa 12 milioni di euro).
È obbligo rilevare che gli odierni indagati e destinatari della misura restrittiva, sono, allo stato, solamente
indiziati di delitto, pur gravemente, e che la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo
dopo la emissione di una sentenza passata in giudicato in ossequio ai principi costituzionali di presunzione di innocenza