9 Dicembre 2024 00:06
Esame di stato. PER UN ESAME DI STATO FATTO DA CHI CONOSCE LA SCUOLA
Comunicato dell’Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante
(A.E.S.P.I.)
Data una scorsa alle tracce di questo primo Esame di Stato post-covid, si deve confermare un dato già noto:
la Destra italiana (ci si riferisce alla trimurti FDI-FI-Lega) ha sempre capito poco di scuola, e difficilmente mai ne capirà di più.
Alzi la mano chi ha mai studiato a scuola Moravia:
nessuno, naturalmente, tranne quei pochi il cui docente di Lettere coltivava per il romanziere una sua personale predilezione, tale da indurlo a stiracchiare il programma di quinta fino ad introdurvelo forzosamente.
Dunque, perché mai introdurlo anche fra le tracce? Mistero.
Quanto al testo poetico, dobbiamo dire che Salvatore Quasimodo (l’autore del quale Giuseppe Prezzolini scrisse:
“vinse, non si sa perché, il Premio Nobel, nel 1959”) è già stato abbastanza maltrattato dalla critica perché noi – che non siamo certo critici militanti – ci uniamo al coro.
Dunque non è col cipiglio del critico, ma su un piano prettamente impressionistico e dilettantistico, che ci permettiamo di ritenere il brano “Alla nuova luna” uno dei più brutti che siano mai sgorgati da penna di poeta, tale che la sua lettura è ipso facto tale da disamorare chiunque dell’arte di Euterpe. “Amen”:
così termina questa lirica, ed allo stesso modo, naturalmente, terminiamo noi il sintetico commento dedicatole.
Ed eccoci alla vera perla di questa fine d’anno scolastico: il brano dello Chabod dedicato al declinarsi del concetto di Nazione in Italia nel corso del XIX secolo.
Immaginiamo quale fremito abbia percorso coloro che hanno approvato la traccia: – finalmente una cosa di destra! – avranno pensato gongolando. Non hanno però ragionato sul fatto che la traccia che di seguito riproduciamo:
“Sulla base dei tuoi studi esponi le tue considerazioni sull’argomento proposto da Federico Chabod (1901 – 1960) nel brano e rifletti sul valore da attribuire all’idea di nazione, facendo riferimento a quanto hai appreso nel corso dei tuoi studi e alle tue letture personali”
è assai ottimistica circa le possibilità del candidato di esprimersi in modo non si dice approfondito, ma almeno argomentato:
su quali basi di studio egli può “riflettere sul valore da attribuire all’idea di nazione” quando nel programma di quinta sono certamente presenti Cavour e Mazzini citati nel brano del Chabod, ma lo sono in veste di politici, non di pensatori e filosofi della politica? Da quali fonti avrebbero potuto attingere le loro giovani opinioni volando al di sopra della palude della banalità?
Per finire, e per quel che vale, un appello (che contiene un implicito, sportivo augurio di permanenza sullo scranno di Viale Trastevere): signor Ministro Valditara, tra coloro che partecipano alla scelta delle tracce d’esame, tra consulenti, esperti, funzionari, ecc. ecc., faccia sì che non manchino gli insegnanti: alla fine sono essi che sanno cosa si studia a scuola.
Alfonso Indelicato
Responsabile della Comunicazione di A.E.S.P.I.