22 Novembre 2024 06:06
La Guardia di Finanza di Parma ha scoperto la maxi frode delle pompe bianche e sequestrato beni per 149 milioni di euro e 17 distributori stradali
La maxi frode delle pompe bianche
Nella maxi frode delle pompe bianche sono coinvolte due società operanti nel commercio di carburanti tra l’Emilia Romagna, il Veneto e la Lombardia.
L’indagine ha preso il via dai prezzi di vendita dei carburanti troppo bassi praticati già dal 2019 fa una società parmigiana.
Le fiamme gialle hanno evidenziato un’evasione di ben 92 milioni di euro indagando 7 persone, di cui 3 per frode fiscale e associazione a delinquere.
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Parma, su richiesta della Procura Europea (EPPO) ha emesso un decreto di sequestro preventivo.
I distributori sequestrati sono situati nelle province tra Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Brescia, Lodi e Verona.
I sequestri
Le fiamme gialle hanno sequestrato anche diversi immobili riconducibili agli indagati, quote societarie e disponibilità finanziarie in corso di quantificazione.
I prezzi di vendita praticati al pubblico erano bassissimi, perfino inferiori a quelli di costo.
Durante la perquisizione con i cani addestrati a fiutare l’odore dei soldi i militari hanno trovato alcuni milioni di euro in contanti nascosti sotto un pavimento.
La maxi frode contro il fisco italiano e quello dell’Unione Europea. era gestita da tre persone che operavano da Miami, Dubai e Napoli.
La dinamica era semplice: i prodotti petroliferi venivano acquistati in Slovenia e in Croazia ed arrivavano al deposito di stoccaggio di Parma (mille metri cubi).
Dal deposito venivano poi smistati alle 17 pompe stradali sequestrate.
Il meccanismo prevedeva l’utilizzo di società cartiere che non versavano le imposte e una società che filtrava i passaggi.