Gioia Tauro, cercavano di far uscire famiglia da casa
Le Minacce e le Intimidazioni Gioia Tauro. Secondo le indagini, la coppia avrebbe cercato di costringere i vicini, una famiglia con figli minori, a lasciare la propria abitazione.

Gioia Tauro. Tentata Estorsione e Atti Persecutori: Coppia Gioiese Arrestata con Aggravante Mafiosa

Il Caso di Gioia Tauro: Tentata Estorsione con Metodi Mafiosi

La Polizia di Stato del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gioia Tauro ha recentemente arrestato una coppia di coniugi, accusata di tentata estorsione e atti persecutori, aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini, condotte dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia, hanno evidenziato un pattern di intimidazione e coercizione perpetrato dalla coppia nei confronti di una famiglia vicina.

Le Minacce e le Intimidazioni

Secondo le indagini, la coppia avrebbe cercato di costringere i vicini, una famiglia con figli minori, a lasciare la propria abitazione.

Gli arrestati avrebbero vantato legami con una cosca locale della ‘ndrangheta, utilizzando minacce per affermare la loro supremazia sul territorio.

Il caso ha suscitato l’attenzione delle autorità a causa della gravità delle minacce, che includevano la collaborazione con altri esponenti della ‘ndrangheta per rafforzare le intimidazioni.

L’Occupazione Abusiva e le Azioni Intimidatorie

La coppia, che occupava abusivamente l’appartamento vicino a quello della famiglia vittima, ha intrapreso diverse azioni intimidatorie.

Le indagini della Polizia di Stato hanno rivelato che i coniugi cercavano di affermare il loro controllo sulla zona attraverso minacce e coercizione. Gli arresti rappresentano una misura cautelare volta a fermare il crescente slancio criminale dei coniugi.

Il Ruolo della Polizia di Stato e della Direzione Distrettuale Antimafia a Gioia Tauro.

Le indagini, avviate a seguito di una denuncia nell’ottobre dello scorso anno, sono state condotte con precisione dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gioia Tauro. Gli elementi raccolti sono stati sufficienti per convincere la Procura Distrettuale ad emettere le misure cautelari. Queste azioni riflettono l’impegno delle autorità nel contrastare la criminalità organizzata e proteggere le vittime di atti intimidatori.

Le Accuse e le Implicazioni Legali, caso Gioia Tauro.

I coniugi sono attualmente accusati di tentata estorsione e atti persecutori, reati aggravati dal metodo mafioso. Le accuse, ancora in fase di indagini preliminari, rappresentano un serio problema per la coppia, soprattutto considerando l’aggravante mafiosa.

Gli sviluppi futuri del caso saranno seguiti con attenzione, poiché possono avere implicazioni significative per il contrasto alla ‘ndrangheta e alla criminalità organizzata in Calabria.

Conclusione: Un Caso Emblematico

Questo caso rappresenta un esempio emblematico delle sfide che la Calabria e l’Italia affrontano nella lotta contro la criminalità organizzata.

La tentata estorsione e gli atti persecutori perpetrati con metodi mafiosi sono sintomatici di un problema più ampio, che richiede un impegno continuo da parte delle autorità e della società per essere affrontato e risolto.

Tentata estorsione: cosa si rischia in base al codice penale

Cos’è la tentata estorsione?

La tentata estorsione è un reato previsto dall’articolo 629 del codice penale italiano. Si verifica quando un soggetto compie atti idonei a procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, mediante violenza o minaccia, ma non riesce a portare a termine il proprio intento per cause indipendenti dalla sua volontà.

Elementi costitutivi del reato a Gioia Tauro.

Per configurare il reato di tentata estorsione, è necessario che sussistano i seguenti elementi:

  • Violenza o minaccia: l’autore deve utilizzare violenza o minaccia per costringere la vittima a fare o non fare qualcosa. La violenza può essere fisica o psichica, mentre la minaccia deve essere seria e idonea a incutere timore nella vittima.
  • Procura di un ingiusto profitto: l’autore deve agire con l’intento di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto. Il profitto deve essere ingiusto, ovvero ottenuto con mezzi illeciti.
  • Danno alla vittima: l’azione dell’autore deve arrecare un danno alla vittima. Il danno può essere patrimoniale o non patrimoniale.
  • Idoneità degli atti: gli atti compiuti dall’autore devono essere idonei a raggiungere lo scopo prefissato. In altre parole, l’autore deve aver posto in essere condotte concrete che, se non interrotte, avrebbero potuto portare al conseguimento del profitto ingiusto.

Tentata estorsione: la pena

La pena per la tentata estorsione è stabilita dall’articolo 56 del codice penale, che prevede una riduzione della pena da un terzo a due terzi rispetto alla pena prevista per il reato consumato. In concreto, la pena per la tentata estorsione varia da un minimo di 2 anni ad un massimo di 6 anni e 8 mesi di reclusione.

Fattori che incidono sulla pena

La pena per la tentata estorsione può essere aumentata o diminuita in base ad alcuni fattori, tra cui:

  • La gravità della violenza o della minaccia: maggiore è la gravità della violenza o della minaccia utilizzata, maggiore sarà la pena.
  • L’entità del profitto ingiusto: maggiore è l’entità del profitto ingiusto che l’autore intendeva procurare, maggiore sarà la pena.
  • Le condizioni personali dell’autore: la pena può essere diminuita se l’autore è incensurato o se ha agito sotto la spinta di gravi motivi di necessità.

Come difendersi dalla tentata estorsione

Se si è vittima di tentata estorsione, è importante denunciare il fatto alle autorità competenti. La denuncia può essere presentata presso un qualsiasi ufficio di polizia o ai carabinieri. È importante conservare le prove del reato, come ad esempio registrazioni audio o video, messaggi o lettere minatorie.

GIOIA TAURO (59)

Condividi sui social