7 Ottobre 2024 09:49
Sergio Alfieri, il chirurgo che, in due occasioni, ha operato Papa Francesco, è indagato dalla procura di Roma con l’accusa di falso in atto pubblico.
Alfieri, secondo quanto riporta il quotidiano La Stampa, avrebbe firmato il registro degli interventi operatori, ma in molti casi non era lui a operare quei pazienti al Policlinico Agostino Gemelli di Roma.
Le indagini sono partite da un esposto presentato lo scorso 9 febbraio ai Nas che raccoglieva i malumori registrati nelle sale d’attesa. I carabinieri hanno acquisito dalla direzione sanitari cartelle cliniche e faldoni sia cartacei sia digitali.
La difesa
“Il professor Alfieri, la cui levatura personale e professionale è nota a tutti, è certo di aver sempre operato nel pieno rispetto delle regole. Non conosciamo nulla del merito della vicenda se non quanto appreso da notizie di stampa. E non abbiamo mai ricevuto alcuna contestazione o avviso dalla procura”. Così all’AGI
l’avvocato Carlo Bonzano, legale di Alfieri, in relazione alle notizie di stampa che vedono il chirurgo che, in due occasioni, ha operato il Pontefice, indagato dai pm di Roma.
“Quando saremo messi in condizione di conoscere gli addebiti ipotizzati e gli elementi su cui si assume essi poggino, come sempre – sottolinea il penalista -, avremo un atteggiamento di piena lealtà collaborativa con l’autorità giudiziaria al fine di chiarire quanto prima ogni profilo”.
L’indagine avviata a febbraio
È partita a febbraio scorso l’indagine dei carabinieri del Nas, coordinata dalla procura di Roma. L’impulso è stato dato dal giornalista Paolo Festuccia, oggi capo del sito internet di La Stampa, che, nel corso di un’inchiesta giornalistica, ha ricostruito la vicenda e, ritenendo i fatti molto seri, ha depositato un esposto alle forze dell’ordine.
Le indagini sono andate quindi avanti parallelamente: da un lato il lavoro giornalistico, fatto di rivelazioni di diverse fonti, tra cui alcuni pazienti, dall’altro quello dei carabinieri che hanno acquisito i documenti e analizzato le carte. Il giornalista, che non conosce il professor Alfieri se non per la fama, secondo quanto apprende l’AGI, ha verificato con i suoi occhi e, in più occasioni, le assenze del professore del Gemelli. L’ultima verifica è datata 21 novembre: a meno di un mese dalla pubblicazione dello scoop.
Gemelli, fiducia in Alfieri e nella magistratura
II Policlinico Gemelli esprime “la propria fiducia nei confronti della magistratura che sta svolgendo le indagini, alla quale continua ad assicurare la più ampia collaborazione, nell’ottica di chiarire ogni aspetto”. Nel contempo, l’ospedale, “esprime la massima fiducia nell’operato del professor Aleri e nelle sue indiscutibili qualità professionali e umane”. Il Gemelli, “senza entrare nel merito delle molte inesattezze contenute nel lungo articolo pubblicato oggi, respinge qualsiasi strumentale tentativo di offuscare l’operato di una struttura che ogni giorno eroga, a tutti coloro che vi si rivolgono, cure di elevata e riconosciuta qualità”.
Il policlinico Gemelli, si legge in una nota, “è un ospedale di eccellenza, le cui procedure e processi sono verificati e valutati da autorevoli enti internazionali (in particolare la Joint Commission International): quale Fondazione non profit, persegue, al tempo stesso, la massima efficienza, qualità e umanità delle cure cliniche e delle soluzioni organizzative, unitamente al rigoroso rispetto delle procedure e della legalità a tutti i livelli”.
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