‘Ndrangheta. Vivere in fuga dalla ‘ndrangheta: il coraggio di una famiglia

**L’**angoscia di una vita in fuga, braccati dalla ‘ndrangheta. La speranza di un futuro migliore per i figli. La forza di non mollare mai, nonostante le minacce e i pericoli. È la storia di Luigi, Paola, Nemo e S. Bonaventura, una famiglia costretta a vivere sotto scorta per aver denunciato la mafia.

Ndrangheta, Bonaventura lo seguiamo da tempo, e il suo apporto concreto ha portato un contributo non indifferente.

La sua lotta va incoraggiata visto che lo Stato si “serve” dei pentiti e/o dei collaboratori per approfondire i meccanismi interni, gli episodi, gli avvenimenti che portano alle grandi inchieste.

Si fa presto a parlare di lotta alla Ndrangheta che una delle mafie più importanti nel mondo, grazie al lavoro del Procuratore Gratteri di cui abbiamo spesso parlato.

Bonaventura cercano ora di far luce sul Programma di Protezione che non funzionerebbe come previsto e su cui vanno presi serie provvedimenti giuridici, e fondi.

L’appello è concreto da parte di chi tutti i giorni vive sulla sua pelle minacce e tentativi di ogni genere di “ghettizzare” il loro apporto anche sui social come ha avvertito pure Gratteri.

Un coraggio esemplare, raccontato in un’intervista a Le Iene.

“Desideravo solo una vita normale per i miei figli”, afferma Luigi con la voce rotta dall’emozione. Una vita negata dalla criminalità organizzata, che ha trasformato la loro esistenza in un incubo.

**L’**esposizione mediatica, scelta dolorosa ma necessaria, diventa un atto di denuncia e di speranza. “Spero che tutto ciò serva per tanti familiari protetti e per la lotta alle mafie”, dice Luigi. Un appello accorato a non arrendersi, a sostenere chi combatte contro la ‘ndrangheta.

La famiglia di Luigi non è sola. Le associazioni antimafia sono al loro fianco, in prima linea nella difesa dei pentiti e dei loro familiari. “Difendere i pentiti è fare vera antimafia”, sottolinea Luigi.

Un messaggio di speranza e di resistenza che si conclude con un saluto speciale alle Iene, a Giulio Golia, Francesca Di Stefano, Luigi Pelazza e Osvaldo Verri, per il loro impegno nella lotta contro la criminalità organizzata.

La storia di Luigi e della sua famiglia è un esempio di coraggio e di tenacia. Un monito a non abbassare la guardia di fronte alla ‘ndrangheta, a non cedere alla paura. Per costruire una società migliore, libera dalla mafia.

Il Programma di Protezione dei pentiti di ‘ndrangheta in Italia è una misura fondamentale per garantire sicurezza ai collaboratori di giustizia che decidono di dissociarsi dalle organizzazioni criminali e collaborare con le autorità. Ecco una panoramica del funzionamento di questo programma.

Protezione e Supporto: I collaboratori di giustizia ricevono una vasta gamma di misure di protezione, che includono il reinserimento sociale e lavorativo, l’assegnazione di documenti fittizi, e l’assistenza finanziaria, psicologica, sanitaria, e legale. Queste misure sono finalizzate a garantire la sicurezza dei pentiti e delle loro famiglie di fronte a possibili ritorsioni.

Funzionamento del Programma: La protezione è destinata a coloro che sono esposti a gravi pericoli a causa delle loro testimonianze. Il programma, stabilito dalla legge 82/1991, prevede che i collaboratori di giustizia debbano fornire dichiarazioni ritenute importanti e inedite entro sei mesi dalla loro disponibilità a collaborare. I benefici del programma vengono concessi dopo una valutazione positiva delle informazioni fornite.

Sfide e Costi: Il programma di protezione è oneroso, ma lo Stato si impegna a coprire queste spese per assicurare la sicurezza dei collaboratori e delle loro famiglie. Il bilancio dedicato a questi servizi è significativo e copre non solo le necessità immediate ma anche il supporto a lungo termine per il reinserimento dei pentiti nella società.

Impatto sui Minori: I minori coinvolti nel programma affrontano sfide particolari, incluse difficoltà di adattamento e problemi psicologici, a causa dei cambiamenti radicali nella loro vita, compreso il cambio di identità. Le autorità si sforzano di assicurare il loro benessere, enfatizzando l’importanza dell’istruzione e del supporto psicologico.

Il Programma di Protezione per i collaboratori di giustizia in Italia rappresenta un pilastro fondamentale nella lotta contro le organizzazioni criminali, assicurando ai pentiti la possibilità di contribuire alla giustizia riducendo al minimo i rischi per la propria sicurezza​​​​​​.

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