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I geologi lanciano l’ennesimo allarme siccità: al Po servirebbero 45 giorni di pioggia continua per uscire dalla criticità attuale.

I geologi lanciano l’ennesimo allarme siccità: al Po servirebbero 45 giorni di pioggia continua per uscire dalla criticità attuale.

Allarme siccità

Per superare l’allarme siccità attuale servirebbe un mese e mezzo di pioggia, ma per risolvere il problema servono nuovi interventi e una seria programmazione futura.

Eventuali intense e prolungate precipitazioni servirebbero solo per superare l’estate.

In Lombardia la situazione è critica a causa delle quasi inesistenti precipitazioni piovose e nevose e delle temperature superiori alla media.

La maggiore criticità riguarda la parte a Nord del Po dove servirebbero subito interventi strutturali.

La regione ha notevoli geodiversità e di conseguenza sistemi acquiferi differenti tra loro.

Inoltre bisognerebbe monitorare le reti e intervenire sulle notevoli perdite esistenti.

Una maggiore attenzione nella distribuzione e nella razionalizzazione delle acque dei grandi invasi è fondamentale.

l’ordinanza di Zaia

Nel Veneto, nel frattempo, è stata emessa un’ordinanza regionale contro gli sprechi d’acqua, entrata in vigore questa notte. 

L’Ordinanza regionale invita i cittadini del Veneto ad evitare gli sprechi d’acqua, a causa del proseguire della siccità, e a predisporre piani di emergenza per l’approvvigionamento.

Il provvedimento, firmato dal presidente Luca Zaia prevede anche una vasta campagna informativa verso i cittadini e la predisposizione di piani di emergenza per l’approvvigionamento potabile.

Zaia, al momento, non intende imporre razionamenti, ma vuole sensibilizzare i cittadini e tutte le istituzioni sulla necessità di non sprecare acqua in nessun modo.

Bisogna invece intervenire sull’irrigazione dei giardini e sulla chiusura dei pozzi a gettata continua, evitando sprechi nelle acque ad uso pubblico.

A causa della rete obsoleta solo il 40/60% dell’acqua disponibile in origine arriva a destinazione per l’uso agricolo.

Zaia, inoltre, non esclude per il futuro l’impiego di impianti di desalinizzazione per l’acqua mare se la siccità dovesse permanere.

 

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