La presunta frode del finto vino DOP e IGP
Codici interviene sull’indagine relativa alla presunta frode del finto vino DOP e IGP nelle province di Udine, Pordenone, Gorizia e Treviso

Codici interviene sull’indagine relativa alla presunta frode del finto vino DOP e IGP nelle province di Udine, Pordenone, Gorizia e Treviso

La presunta frode del finto vino DOP e IGP

L’Associazione Codici ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Udine a tutela dei consumatori per la frode del finto vino DOP e IGP.

I Carabinieri del Nas di Udine ed i funzionari dell’Icqrf hanno perquisito una trentina tra cantine, imprese agricole, abitazioni e ditte di trasporto.

L’indagine è diretta al contrasto delle frodi ai danni dei consumatori.

Inoltre è volta alla tutela della qualità delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche di prodotti agroalimentari, nello specifico nel settore vitivinicolo.

L’esposto di Codici

 “Quello della contraffazione è uno dei settori seguiti dalla nostra associazione – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e negli ultimi anni ci siamo occupati di diverse frodi nel settore vitivinicolo. In questo caso, gli inquirenti stanno verificando la sussistenza di una truffa legata alla commercializzazione di vini spacciati per DOP e IGP quando in realtà non lo erano. Fortunatamente sembrerebbero esclusi pericoli per la salute dei consumatori, ma resta il danno e per questo abbiamo deciso di intervenire”.

L’associazione Codici, presentando l’esposto alla Procura, intende tutelare i consumatori dalla presunta frode. 

L’ipotesi investigativa è che i vini siano stati ottenuti con uve prodotte oltre i limiti massimi di resa.

Inoltre anche da vini di varietà, qualità e provenienza diversa da quella dichiarata. 

Le perquisizioni avrebbero già prodotto degli interventi. Come riportato da alcuni organi di informazione, infatti, sarebbero stati sequestrati oltre 150 ettolitri e documenti in due ditte nella provincia di Udine. 

Si tratterebbe di circa 20mila bottiglie pronte ad essere immesse sul mercato.

La frode sui vini DOP e IGP consiste nell’utilizzo improprio di queste denominazioni per commercializzare vini che non rispettano le regole di produzione.

Le leggi 

Sono le leggi italiane ed europee a prevedere le regole.

In pratica, ciò significa che i produttori di vino possono trarre vantaggio dalla reputazione positiva e dalla popolarità dei vini DOP e IGP senza seguire le regole specifiche per la produzione di questi tipi di vino. 

Ad esempio, possono utilizzare uve provenienti da altre zone geografiche, aggiungere ingredienti o additivi non autorizzati, o utilizzare tecniche di vinificazione non conformi.

Questa frode può avere conseguenze negative per i consumatori, che potrebbero essere ingannati riguardo all’origine e alla qualità del vino.

Ma anche per i produttori di vino che rispettano le regole di produzione, che potrebbero subire una perdita di reputazione e di mercato a causa della concorrenza sleale.

Per prevenire la frode sui vini DOP e IGP, le autorità italiane ed europee effettuano controlli a campione sui vini in commercio.

Lo scopo è quello di accertare la loro conformità alle norme di produzione. 

In caso di irregolarità, i produttori di vino possono essere multati.

Le partite di vino non conformi possono essere sequestrate e ritirate dal commercio, e in casi gravi può essere avviata un’indagine penale.

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