24 Novembre 2024 01:16
Revocare a Tito la croce al merito della repubblica, secondo Igor Gelarda solo così si può fare giustizia per i martiri Foibe
Revocare a Tito la croce al merito della repubblica
Igor Gelarda è consigliere comunale di Palermo nelle file della Lega per Salvini Premier.
Oggi ha partecipato alla manifestazione organizzata dall’Angvd che si è tenuta a Palermo per il giorno del ricordo dei Martiri italiani delle Foibe.
Oggi commemoriamo migliaia di fratelli italiani vittime di Tito, il maresciallo assassino, e dei comunisti Jugoslavi. “Come ogni anno questo è un momento di riflessione importante per ricordare il terribile genocidio commesso contro gli italiani in quel periodo” ha dichiarato Igor Gelarda.
Poi ha proseguito ricordando le donne, bambini e uomini massacrati, infoibati e tenuti in campi di concentramento, che nulla avevano da invidiare a quelli dei nazisti.
Una strada intitolata a Norma Cossetto.
“A Palermo abbiamo chiesto l’intitolazione di una strada a Norma Cossetto, ma questa amministrazione comunale ancora non se n’è ancora presa cura” ha detto il consigliere leghista.
La proposta prova a cancellare una delle pagine più brutte della storia.
“Crediamo che sia arrivato il momento di revocare al maresciallo assassino, Tito, la gran Croce del cavalierato della Repubblica” ha proseguito Gelarda.
Nell’ottobre del 1969 l’allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat ha insignito il maresciallo Tito della prestigiosa onorificenza.
Il consigliere comunale leghista definisce una assurdità la concessione di tale onorificenza che dovrebbe premiare invece “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione”.
“E invece, solo l’Italia poteva premiare colui che aveva massacrato migliaia d’italiani. La benemerenza gli va tolta. Fino a quel giorno non sarà restituita piena giustizia alle vittime dei suoi crimini, ai sopravvissuti e ai loro parenti. E per questo facciamo appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lui stesso già in passato ha dimostrato grande sensibilità verso questo dramma italiano” conclude Gelarda.