24 Novembre 2024 00:26
Dodici ordinanze di custodia. I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito dodici ordinanze di custodia cautelare in relazione a un’operazione contro l’estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Le misure cautelari sono state emesse dal Gip presso il Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia locale.
Gli indagati sono considerati vicini all’articolazione “Enziteto” del clan Strisciuglio, attivo nei quartieri cittadini di San Pio, Santo Spirito e Palese.
Sono accusati di estorsione continuata in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso.
Secondo l’accusa, le indagini hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza riguardo alle attività illegali condotte dall’articolazione “Enziteto” del clan Strisciuglio, guidato da Faccilongo Saverio, noto come “benzina”.
Nel corso degli anni, sfruttando la condizione di assoggettamento e omertà che deriva dall’adesione a tale gruppo, il clan avrebbe effettuato azioni estorsive tipiche delle associazioni mafiose.
Ad esempio, richiedevano lavorazioni gratuite su veicoli minacciando le persone con pistole, o pretendevano risarcimenti per lavori di riparazione falsamente dichiarati mal eseguiti.
Dopo aver ottenuto la mano d’opera per riparare i veicoli, si rifiutavano di pagare e chiedevano denaro come compensazione.
L’operazione ha avuto inizio nel febbraio 2023 e è stata condotta dai Carabinieri in collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.
Durante le attività investigative, due persone sono state arrestate in flagranza di reato e un terzo è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto.
Le successive indagini hanno permesso di raccogliere prove sufficienti per emettere le ordinanze di custodia cautelare nei confronti degli indagati, alcuni dei quali erano già detenuti per altre cause.
È importante sottolineare che il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari.
Dopo l’esecuzione delle misure cautelari, seguiranno l’interrogatorio di garanzia e il confronto tra la difesa degli indagati e l’accusa.
La colpevolezza degli indagati per i reati contestati dovrà essere accertata in sede di processo.
Questa operazione evidenzia l’attenzione costante da parte dell’Autorità Giudiziaria e dei Carabinieri nei confronti del fenomeno dell’estorsione ai danni delle imprese.
Rafforza inoltre il ruolo delle istituzioni come punto di riferimento per contrastare efficacemente il crimine e rispondere alle richieste di giustizia delle vittime.
Le vittime devono sentirsi incoraggiate a denunciare qualsiasi forma di vessazione e a non cadere nella trappola dell’omertà, che non porta a soluzioni.
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